La gastronomia tradizionale dell'Ovadese è un ulteriore punto di partenza per la conoscenza del territorio. Pur non tradendo le ricette tipiche del Monferrato la cucina tradizionale Ovadese è stata fortemente influenzata dalla vicina Liguria.
Ne è scaturita una cucina unica che consente ai diversi palati di svariare da piatti delicati e originali a vere e proprie esaltazioni della cucina oggi definita "povera", dove l'utilizzo di materie prime locali conferisce al piatto caratteristiche uniche.
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Il Dolcetto di Ovada
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A farla da padrone tra i prodotti tipici del territorio è sicuramente il Dolcetto di Ovada, sia nella versione classica D.O.C. "Dolcetto di Ovada" che nella versione superiore D.O.C.G. denominato semplicemente "OVADA"
Nell'Ovadese la coltivazione della vite ed in particolare del Vitigno Dolcetto è sicuramente secolare. Questo vitigno ha caratterizzato da sempre i vigneti della zona, al punto di essere stato anche definito Uva di Ovada, o, dai naturalisti, Uva Ovadensis.
Il nome Dolcetto non deve far pensare ad un vino dolce, deriva infatti dal termine dialettale 'dusset' che significa dosso o collina.
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Gli amaretti di Ovada
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Gli amaretti sono prodotti dolciari, secchi o morbidi, leggermente amarognoli, tradizionali di alcune località del Piemonte (Mombaruzzo, Valenza, Acqui Terme, Gavi, Ovada)
La sapiente miscelazione degli ingredienti conferiscono a questo pasticcino un sapore particolarmente delicato, moderatamente amaro.
L’amaretto di Ovada ha una tradizione antica radicata in questa zona di produzione, come avvalorato da documentazione storica locale.
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I Biscotti Salute
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I Biscotti Salute sono prodotti ad Ovada e in altre zone del Piemonte e della Liguria.
Sono una sorta di fetta biscottata dalla forma lievemente ovale. Presentano una consistenza secca e friabile, un colore dorato, un sapore dolce ed un delicato profumo di anice. Sono composti da farina di frumento, zucchero, lievito e sale.
Si formano dei pani allungati (tipo baguette) e dopo una prima cottura si tagliano a fette e nuovamente tostati.
La tradizione dei Biscotti Salute è legata alla loro diffusione che è iniziata ad opera dei ferrovieri all'inizio del 1900. Sono considerati i biscotti tipici di Ovada denominati localmente con il termine dialettale "Crucion".
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I canestrelli di Ovada
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I canestrelli di Ovada sono dei biscotti molto leggeri perché sono del tutto privi di burro e uova e contengono solo una modesta quantità di zucchero.
Questi biscotti vengono preparati in alcune panetterie del dell’ovadese e del novese.
Questa ricetta è simile a quella preparata a Castelnuovo Scrivia ove è chiamata braciaret perché, si racconta, venissero messi a guisa di bracciale e come genere di conforto ai bambini che facevano i chierichetti durante le lunghe funzioni religiose a Natale.
Gli ingredienti di questi dolcetti, molto rustici, sono alquanto originali (olio d’oliva e vino bianco secco). La ricetta, molto semplice, ha origini molto remote, in questo caso la cottura è in forno, in alcune zone delle terre sopra citate, vengono lessati.
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I Tartufi dell'Alto Monferrato Ovadese
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Il tartufo rimane uno dei prodotti più pregiati del territorio piemontese, e l’Alto Monferrato Ovadese profuma sicurmente di tartufo bianco.
Il tartufo bianco piemontese è sempre stato considerato il più pregiato, ma solo nel ‘900, il Tartufo d’Alba ha acquistato fama mondiale, grazie ad una geniale opera di promozione.
Negli ultimi anni, anche grazie ad eventi e manifestazioni di valorizzazione e di riconoscimento quale tipicità del territorio anche il tartufo dell'Alto Monferrato Ovadese, ha iniziato a farsi spazio in contesti non meramente locali.
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La farinata di Ovada
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Questa specialità è una torta salata molto bassa, preparata con farina di ceci, acqua, sale e olio extravergine di oliva, tipica di Genova, città in cui assume il nome di farinata; è tuttavia conosciuta anche a Pisa con l'appellativo di cecina, a Livorno, col nome di torta e a Nizza, ove è chiamata socca.
DIFFUSIONE IN PIEMONTE
In Piemonte, dall'alessandrino, all'astigiano fino al torinese è stata introdotta dai commerci tra Genova e la pianura Padana; molto diffusa soprattutto nella cucina dell'Oltregiogo, subregione della provincia di Alessandria legata culturalmente e, fino al 1859, amministrativamente, alla Liguria.
Una leggenda racconta che sia nata per casualità nel 1284, quando Genova sconfisse Pisa nella battaglia della Meloria. Le galee genovesi, cariche di vogatori prigionieri si trovarono coinvolte in una tempesta. Nel trambusto alcuni barilotti d'olio e dei sacchi di ceci si rovesciarono, inzuppandosi di acqua salata. Poiché le provviste erano quelle che erano e non c'era molto da scegliere, si recuperò il possibile e ai marinai vennero date scodelle di una purea informe di ceci e olio. Nel tentativo di rendere meno peggio la cosa, alcune scodelle vennero lasciate al sole, che asciugò il composto in una specie di frittella. Rientrati a terra i genovesi pensarono di migliorare la scoperta improvvisata, cuocendo la purea in forno.
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La Peirbuieira di Rocca Grimalda
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I fagioli sono un ingrediente fondamentale della cucina tradizionale piemontese. I fagioli borlotti e gli altri tipi di fagioli oggi utilzzati nella cucina piemontese sono originari dell’America Centrale e Meridionale.
Nell’Ovadese, a Roccagrimalda chiamano così una particolare pasta e fagioli. In questo paese, da oltre vent’anni, si tiene una festa in onore di questo piatto. Le originarie ricette presentano molte varianti (si tratta infatti di una ricetta di tradizioni famigliari), alcuni usano le tagliatelle, altri le più tradizionali lasagnette diffuse anche nel vicino Gaviese. Tutte le ricette danno importanza alla finitura del piatto che è rappresentata da un soffritto; usanza questa che troviamo diffusa anche nel Monferrato collinare. Generalmente nella Perbureira la finitura impiega l’aglio soffritto a fuoco dolcissimo nell’olio, ma più anticamente probabilmente si usava anche il lardo o la sugna e si aggiungeva anche un trito di erbe (rosmarino e salvia).
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Le Grappe di Silvano d'Orba
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Cercando nel suo passato, l’etimo del suo nome risale al lombardo “grapa”, cioè graspo, a sua volta derivato dal tedesco “napf”, ossia nappo: ciotola o bicchiere.
I friulani la chiamano “sgape”, in Piemonte è chiamata “branda” (termine ereditato dai francesi). Certamente antica ma non di nota data, la Grappa è stata inventata dalla gente del popolo. Quindi di umili origini ma di gagliarda vitalità. Per secoli trovò proprio nella gente del popolo i suoi estimatori. Un tempo lontano gli intellettuali la snobbavano.
Silvano d'Orba è uno dei Borghi della Grappa fin dalla metà del secolo scorso quando nel piccolo paese esistevano ben cinque distillerie. Oggi sono rimaste la Distilleria Gualco risalente al 1870 e l’Antica Distilleria “BorBar” fondata nel 1976.
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